“Se avessi potuto scegliere, io avrei voluto una voce fuoricampo”
Determinata sin dai tempi dell’asilo a imporre le sue scelte, specchio di un’irruenta personalità, come non se n’erano mai viste a Roccagorga (prov.Latina, Basso Lazio), Elisa Casseri ama ricordare l’innata passione per la meccanica, coltivata sin da subito nell’officina di paese, di Valentino Romanzi (!!!) e destinata a sfociare in una laurea in Ingegneria Meccanica.
L’Elisascrittura non si nutre in prima battuta di letture (assente in famiglia la confidenza con i libri) ma trova nell’ambiente contadino, in cui cresce, lo stimolo all’osservazione, la seduzione dell’universo vegetale che la circonda, la scoperta dell’affascinante mondo delle micorrize da cui mutua filosofia di vita e scrittura.
“ Solo tra gli alberi puoi far finta di vivere in un sistema astronomicamente egocentrico in cui tu sei tu”
I personaggi del suo La botanica delle bugie ed.Fandango, immersi nelle problematiche esistenziali, rinunciano per una assurda quanto inveterata resistenza al vero dei sentimenti e si piegano alla bugia della convenzione, privilegiando un algoritmo perdente, come difesa del sè, avvertito inadeguato, sottostimato, disarmonico, compresso tra le aspettative della famiglia e del contesto ambientale.
Esemplificative dell’assunto teorico/biologico/meccanico che sta alla base della narrazione, le vite di Nicla, Caterina, Giorgio e Quirino confermano la forza delle goethiane affinità elettive, la tragica inadeguatezza del libero arbitrio, stretto tra istinto e ragione, tra destino e volontà, rispetto alla persistenza di elementi culturali dominati dalla finzione, vero organismo vivente nella sua comparsa e proliferazione, secondo l’originale tesi di Casseri.
La cornice narrativa di voluta geometrica linearità, frutto di una formazione scientifica e di una innata attitudine temperamentale, assieme all’originalità di tecniche narrative attente allo scambio tra prima terza persona, con incursioni nel noi, garantiscono un ruolo super partes all’Autrice, in una dimensione registica a lei molto congeniale, che le è valsa il Premio Riccione per il Teatro, 2015.
Su queste caratteristiche si è fermata forse eccessivamente l’attenzione del pubblico che ha assistito nella Biblioteca Nelson Mandela di Roma, alla presentazione del libro, candidato al Premio Letterario delle Biblioteche di Roma 2019, a discapito della vivacità di una prosa ricca, ironica, attenta a decriptare sensazioni e sentimenti, con una partecipazione emotiva che, a dispetto dell’invocata asetticità, non fa mai della scrittrice un superficiale deus ex machina.
Vulcanica nei suoi interessi, Elisa Casseri scrive di musica chimica letteratura su Nuovi Argomenti, tiene un blog “Memorie di una bevitrice di Estathè” non finanziato da Ferrero ma spiritosamente inneggiante ad un popolare prodotto del noto brand. Già con il suo romanzo d’esordio Teoria idraulica delle famiglie ed.Elliot 2014, mostra la tendenza a sottolineare l’ indeterminazione che regola non solo la meccanica quantistica ma anche i rapporti umani.
Ormai da lungo tempo romana di adozione, si tiene stretta la sua formazione contadina e scaramanticamente civetta con una possibile vincente influenza letteraria del genius loci del Basso Lazio, forte della vicinanza geografica tra Roccagorga e Pico, patria di Landolfi, Premio Strega nel 1975.