“Io ti voglio bene,
bene veramente e sempre.
In questa mostra ci sei anche tu.
Tuo Mario “
dal catalogo, conservato nella Biblioteca Fondo Moravia della mostra di Schifano
a Ferrara, Palazzo dei Diamanti 1979
Se le parole fossero tele, anche Moravia sarebbe presente alla GNAM di via Crispi in occasione della mostra “Roma città moderna. Da Nathan al Sessantotto“.
E non solo per l’esplicita autografa dedica di Schifano sulla fiammeggiante tela Compagni,Compagni, ma per la continua eco che le sue recensioni, spiazzanti illuminanti divergenti, sui molti pittori presenti, accompagnano il visitatore nella lettura del ricco percorso museale.
Ognun sa, soprattutto grazie alla raccolta Scritti d’Arte (1934-!990) di Alessandra Grandelis , Ed.Bompiani, quale fascinazione esercitassero su di lui le arti visive al punto da fargli esclamare “Non so perchè non ho fatto il pittore” (titolo della citata raccolta Grandelis)
Padrone della parola, e nella scelta stilistica dei suoi romanzi, e nella attività costante di critico d’arte, spesso esprime nei confronti della pittura un’ammirazione che lo porta a dichiarane la superiorità.
” La storia dell’Italia è nella pittura, piuttosto che nella letteratura”.
Proposizione attorno a cui si interroga e non manca di interrogare gli artisti che frequenta e recensisce, anche quelli che come Schifano rifuggivano dall’etichetta, sentendosi
“più uomo che artista…e cioè parole come arte, artista, mi paiono una specie di scusante che uno cerca con se stesso...” da Grandelis op. cit – Moravia registra Schifano
L’alchemica relazione tra i due, Moravia e Schifano, fondata sulla complessità di personalità portate a déreglèment de sens alla Rimbaud ma sostenuta da forte impegno valoriale, trova inestinguibile risonanza nella grandiosa tela di Schifano, che ancora oggi accoglie i visitatori nell’atrio di Casa Moravia.