Diverte emoziona fa riflettere questa Madeleine.
Generazione tacco12JimmyChoo, eroina e vittima di contemporanea Odissea sentimentale e lavorativa, paradossale prodotto di emancipazione approdata a sponde nichiliste,
nel segno di (dis)valori contemporanei che,
con la lucidità della sua intelligenza e del suo humor,
mette alla berlina senza sapersene liberare
Bella colta ricca portatrice di metropolitana ansia da prestazione,
Madeleine alter ego dell’Autrice, fine esperta di musica profumi letteratura, stregata da miti e riti surrettiziamente veicolati da Vogue et similia,
cerca l’Uomo ma incontra solo Mec, cuginetti di Néardental
Con irresistibile spregiudicata schiettezza e bella fluidità di stile
si/ci racconta come in una seduta analitica, senza alibi, con struggente malinconia, la sua infanzia tra i vigneti e la lavanda del sud della Francia,
nella luce violenta e suggestiva dell’Africa, nelle città dove ha vissuto, negli ambienti che ha frequentato con inedite/inaudite annotazioni
Tra iniziali dichiarazioni teoriche di regole di vita, prontamente disattese,
suggerite da parenti stretti amici buon senso,
scene di sesso bollente alla Erika Leonard, shopping compulsivo nel
segno di Jacobs, Miyake & Company,
filtri interpretativi dostoievskiani bukowskiani, Xanax a portata di mano, Madeleine,
che pur sembrando Charlize Theron, coltiva tutte le patologie
associate agli stereotipi cultural-estetici del secolo,
coinvolge completamente il lettore
con la sua grazia inquieta e i suoi interrogativi irrisolti
.
Come dire “Piccole donne” son cresciute e si son imbattute
in “Fifty shades of grey”. Per non parlar di Facebook