Armata di ulivo e sempre sotto attacco come la colomba di Bansky,

Paola Caridi  riceve oggi la Colomba d’Oro per la Pace. 

Con la voglia di affrancarsi da verità sbandierate senza coinvolgimento emotivo, liberarsi dall’abbraccio soffocante del luogo comune, dare voce a drammi privati vissuti in solitudine e totale emarginazione, affrontare nella loro dimensione sociale, colpevolmente trascurata, i flussi migratori, Paola Caridi e il suo blog hanno ricevuto dall’Archivio Disarmo la Colomba d’Oro per la Pace con la seguente motivazione:

“Paola Caridi fondatrice di Lettera 22, riceve una delle Colombe d’oro della sezione giornalisti per aver dedicato la sua vita professionale a restituire dignità agli uomini e alle donne che hanno meno voce, vincendo gli stereotipi e le semplificazioni, con passione e sentimento.

Autrice di Arabi invisibili. Catalogo ragionato degli arabi che non conosciamo. Quelli che non fanno i terroristi. (2007) e Hamas (2009), entrambi editi da Feltrinelli, Paola Caridi collabora con le principali testate italiane Nel suo blog Invisible arabs, descrive quella parte del mondo che in Occidente si conosce con superficialità e spesso con la mente ingombra di pregiudizi”.

Quest’anno il Premio giornalistico Archivio Disarmo-Colombe d’Oro per la Pace è dedicato a Rita Levi-Montalcini, per sedici anni presidente della giuria.

E a riceverlo sono quattro donne. Sono molto contenta, dunque, che una delle Colombe d’Oro sia stata assegnata a Lorella Zanardo, blogger e autrice del documentario Il corpo delle donne, un lavoro che ha significato così tanto, in un momento preciso della storia italiana, per spingere noi donne a una nuova, rinnovata presa di coscienza e – finalmente – un troppo atteso scatto di dignità.

Anche il Premio internazionale viene assegnato a due donne. Si tratta di Pacem Kawonga, attivista di DREAM, progetto per la cura dei malati di AIDS realizzato dalla Comunità di Sant’Egidio e coordinatrice di uno dei centri della Comunità in Malawi e di Asha Omar, ginecologa somala laureata in Italia, che sei anni fa ha deciso di tornare nel suo paese. A Mogadiscio è direttrice dell’Ospedale “Giacomo De Martino” dove porta avanti un coraggioso impegno per la prevenzione delle Mutilazioni Genitali Femminili”

http://networkedblogs.com/MLcFJ