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La grande bellezza

2013/05/29 - Cinema di: MG Colombo
La grande bellezza

Sorrentino smentisce il principe Miškin e il dostoevskijano “la bellezza salverà il mondo”.

Lo fa con l’originalità dei contenuti e la sontuosità delle immagini che gli sono propri, seguendo sorprendenti geometrie narrative in continua escheriana evoluzione, attraverso il monologo interiore di uno straordinario Toni Servillo, attorno ad una Roma in enigmatica apertura/chiusura

Jep Gambardella ha una magnifica terrazza, un guardaroba raffinatissimo, un libro di successo alle spalle, il mito della bellezza che persegue con testarda determinazione lungo gli argini del Tevere, nelle terrazze spettacolari, nei musei, nei parchi, nelle strade deserte, nelle discoteche affollate; a tu per tu con la cameriera  la spogliarellista l’illusionista la bambina prodigio la santa di orrido fascino il prelato gourmet lo scrittore fallito le botox addict la Concordia.

Osservare Roma da una terrazza privilegiata affacciata sul Colosseo non esorcizza il male di vivere del protagonista e del suo sgangherato milieu e non rende più lieve la considerazione sulla corrotta degenerazione del presente dominata da una sempre presente cartellonistica commerciale.

Si comincia con immagini e musica, che predispongono e spingono oltre la centralità dell’io verso spazi immateriali, per approdare alla sudaticcia eccitazione del turista giapponese, colto da sindrome di Stendhal davanti al fascino inestinguibile della Città, enigmatica nella sua (in)accessibilità, quasi “porta11, rue Larrey” di Marcel Duchamp.

Su questo ingannevole palcoscenico si muove con suprema eleganza, disincanto, ciniche osservazioni, sgangherate frequentazioni, inaspettate tenerezze, malinconie insopprimibili, Jep Gambardella, stakanovista mondano alla ricerca di un’armonia irraggiunta, che porta dritta al fallimento.

Assorbito dal vortice della mondanità, Gambardella, esteta ormai 65enne, zigzagando con il suo carico cultural-emotivo all’interno del paradigma narrativo del film, tra sacro e profano, capisce tutto, pronuncia verità inesorabili, giudizi taglienti, crea e distrugge personaggi, essendo ad un tempo antitetico e funzionale al mondo in cui vive, con lucido disincanto ma insormontabile dipendenza.

Marcello Rubini insegna.

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One thought on “La grande bellezza

Susy

Emozioni risate e tenerezza questo è quanto mi lascia la grande bellezza!! Non ho solo visto il film l ho spiato studiato rivisto altre dieci volte ma nn sazia nn appaga il mio senso visivo lo voglio rivedere altre volte è altamente ricco e aperto di eventi che nn mi stanca mai..!!

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