Le giornate estive a Cagliari sono interminabili.
Sotto un cielo smaltato e di luce abbagliante, la marcia di avvicinamento alla frescura serale appare interminabile.
Massimo se in un anonimo 3 agosto, ci si sveglia in un fatiscente palazzo a Sant’Elia,Ca.
Con puntigliosa civetteria la protagonista Cate, 11 anni 1000 problemi, inizia la sua giornata asciugandosi i capelli e, con adolescenziale incongruenza, passa dal sogno di una carriera artistica alla considerazione del dramma familiare di una sorella prostituta, un padre violento, fratelli aggressivi, una miseria senza vie d’uscita, un’amichetta del cuore, un improbabile fidanzatino minacciato di morte.
La lunga sequenza della discesa delle scale sordide del palazzo dove vivono verso la polverosa luce cittadina, è metafora di voglia di riscatto e di parallela ineludibile difficoltà. di incanti e disincanti.
Il testo di Atzeni rivive così sullo schermo nel suo doppio carattere di favola e saggio, tanto crudo quanto poetico, dolorosamente consapevole ma testardamente fiducioso in una svolta, magari per un misterioso deus exmachina, nel caso coga Alina, cui ben si presta Micaela Ramazzotti
Poca cosa qualche gelato, modesto strumento consolatorio per l’arsura della giornata e per affermare il loro essere al mondo, attraverso biricchinate a passeggio per il Corso.
Il Regista, forte di un lungo empatico approccio all’ambiente, attraverso un incarico per l’Educazione all’immagine in due scuole medie della zona che fa da sfondo alla vicenda, aderisce a questo mondo e mantiene la vivacità linguistica ed espressiva con cui i personaggi veicolano pensieri ed emozioni.