Scorbutico e ruvido ritmo quello di Carte da sandwich, che rasentano la misoginia, finchè al loro autore, Attilio Lolini “non gli ripiglia la chiaccherina”
Al ritmo lento e incomprensibile de “le morte stagioni, e la presente e viva”, osservate dal remoto angolo di San Rocco a Pilli, Attilio Lolini non cessa di marcare la mappa del suo pensiero con tocchi di sulfurea incisività e con l’arte di trasformare in sorriso la lucida disperazione del vivere.
Così sarcastico il suo cupio dissolvi, così spiazzante il ritmo delle strofette stenograficamente essenziali con le autoironiche casarecce strategie di fuga dal quotidiano:
“Se bussano alla porta non aprire
non alzarti non mettere dischi
alla tentazione di leggere resisti..”
Un epicureo λάθε βιώσας declinato in toscana irruenza alla Cecco Angiolieri,
Certo il mondo di Attilio Lolini non è quello di Borges ” di tenere imprecisioni”, ma piuttosto di ferree incomprensioni, calate in un “Tempo fatto solo per se stesso”.
Smascherate le insondabili dissonanze, di cui è intessuta la vita l’ultima preghiera è
“Signore dacci la nostra noia quotidiana“.