“Toute ma vie je me suis amusé, je me suis fabriqué mon petit théâtre.”
(Robert Doisneau)
Vintage fotografico allo Spazio Oberdan.
Quella Parigi lì non c’è più, ma chiunque la visiti oggi va cercando esattamente quell’atmosfera unica e irripetibile colta a colpi di scatti da Doisneau.
Instancabile esploratore della sua Città colta nell’attimo fuggente di un bacio un tuffo un raggio di sole…
Felice repechage di alcune centinaia di scatti d’Autore tra i 450 000 che hanno contribuito a creare il mito di una città, catturandone l’essenza e rivelandone il glamour.
All’ ipnotica ricerca del fascino del quotidiano da immortalare con la sua celebre Leica , Doisneau dedicò veramente tutto il suo tempo, indispettendo non poco la Renault, presso i cui laboratori tecnici lavorava, e che, nel 1939, non esitò a licenziarlo in tronco per assenteismo.
Fotografo- free-lance, ha composto per immagini una sorta di Commedia Umana alla Flaubert, con suggestioni alla Zola e citazioni alla Proust.
La linea narrativa di Robert Doisneau si avvale di un approccio cronachistico-realistico, di grande tecnica capace di suggerire l’attimo fuggente ( anche se in realtà persino il superfamoso Bacio veniva da un set scrupolosamente allestito……………………………….fatevene una ragione!).
Sotto la patinata superficie delle 200 fotografie originali in mostra, scattate da Doisneau nella Ville Lumière tra il 1934 e il 1991,vero viaggio nel tempo e nella società, scorre un intento narrativo di forte contenuto emozionale, che tanto ha contribuito a creare il mito della Città.