Devo alla generosità di un amico la mia iniziazione al rugby.
“Sei nazioni” Italia vs Francia, Olimpico, Roma
domenica 3 febbraio 2013
Senza alcuna preparazione di stampo professionale né tanto meno sportiva, con fascinazione da episodiche adrenaliniche immagini, e soprattutto con letterarie suggestioni, pescate in rete da Baricco, Paolini, per non apparir del tutto sprovveduta, mi sono recata all’Olimpico.
Poche speranze di spuntarla, nelle previsioni dei miei competenti amici, visto che in 70 anni, 3 sole volte l’avevamo potuta spuntare sui cugini d’oltre alpe.
Fortissima euforia francofona, canalizzata in coreografici esteriorità dai numerosissimi tifosi, che brandendo boccali di birra, si aggiravano sugli spalti in gallici copricapi.
Non meno sobria la tifoseria italiana, bardata nei nazionali colori tradizionali, declinati in pittoreschi tatuaggi e colorito vestiario, ad assolvere al duro compito di rito propiziatorio con poche speranze di successo.
Invece, invece…….fortissima partenza, momento di sbando, rimonta straordinaria all’insegna di cattivismo regolamentare, orchestrato da Orquera, che a fine gara sarà eletto man of the match.
Infranta la geometrica iniziale formazione sullo spazio erboso, parte il gioco jn cubistica confusione.
La palla ovale, rigorosamente passata solo all’indietro (!!?), aggiunge un tocco di ulteriore straniamento al tutto ” rimbalzando sull’erba come una frase di Joyce sulla sintassi” (Baricco).
Non ci capisco granchè, ma, verso la fine del primo tempo, comincio a seguire la palla che inopinatamente sguscia dal polpettone umano.
Mi unisco con sempre maggiore convinzione al tifo, utilizzano il clap-banner distribuito dallo sponsor adidas, ad amplificare, ce ne fosse bisogno, l’entusiasmo.
Se si scende nel dettaglio si scoprono regole rigorosamente applicate da arbitro e ferratissimo pubblico, sempre che si riescano ad individuare falli e scorrettezze nelle epiche mischie, viste solo su Topolino o nelle battaglie di Paolo Uccello.
La cattiveria abissale con cui i giovanotti se le danno di santa ragione non sembra danneggiare nessuno e trascina le tifoserie verso il crescendo rossiniano del finale.
“Il rugby è una buona occasione per tenere lontani trenta energumeni dal centro della città” notava causticamente Oscar Wilde, che non aveva partecipato evidentemente ad alcun “Terzo tempo”, ove, dopo le botte, gli strattoni, gli sgambetti, i partecipanti alla performance e le avverse tifoserie si uniscono per comuni conviviali festeggiamenti.
Ecco l’ottimo Paolini sull’argomento:
“Il rugby è uno sport da gentlemen.
Prima di tirare il pallone, indietro, al tuo compagno, tu devi controllare che lui stia bene, che sia ben disposto, aperto, disponibile, ottimista. Non puoi tiragli un pallone vigliacco che gli arriva assieme a due energumeni che gli fanno del male.
Però mentre tu fai tutto questo bel ragionamento etico, ce n’è altri ventinove che ti guardano di cui, quattordici tuoi e quindici no, e di questi, tre ti corrono addosso, due grossi e uno piccolo, ma cattivo, e la prima tentazione è di dare il pallone al tuo compagno”.
One thought on ““Sei nazioni” Italy vs Francia 2013: vittoria storica 23-18.”
Aggiungiamo che, …essendo la terza volta che l’Italia vince in 70 anni e la prima che la nostra blogger va a vedere una partita di Rugby, i rugbisti… noti scaramantici… la costringeranno a vedere tutte le altre partite. E allora troverà abbastanza citazioni erudite per descrivere così tanti incontri? Anche queste sono sfide, non solo quelle giocate sul campo…