Cacciata dal Tempio, così la Bonino ha ricordato la Melato:
” Mi ha sorpresa, mi commuove e mi onora che sia stato chiesto a me di ricordare oggi Mariangela Melato.
Se così si è voluto, penso che oggi si voglia ricordare di lei non solo la grande attrice, la professionista rigorosa ed esigente, innanzitutto verso se stessa, la donna dalle sfide impossibili; perché della sua vita artistica e del suo talento, altri sarebbero ben più di me qualificati a parlare, a partire dai tanti di voi qui presenti: colleghi attori, registi, critici cinematografici ed esperti teatrali.
Da questo punto di vista, sono solo una dei tanti milioni di italiani e non solo, che di volta in volta ha riso di gusto, sorriso amaramente, pianto, e riflettuto vedendola a teatro e sugli schermi. Ho pensato che oggi si volesse ricordare soprattutto la persona, la donna Mariangela, nei suoi aspetti forse meno noti, ma ben definiti e caratterizzanti della sua vita artistica e del suo percorso personale.
Non ho avuto con lei frequentazioni assidue. Non eravamo “amiche” che vanno insieme al cinema o al mare. Peccato. So di avere perso molto.
Me la sono spesso trovata a fianco, determinata e vitale, in alcune sfide radicali apparentemente impossibili. Più erano difficili più lei c’era, perché era convinta che il mondo può essere cambiato; e se può, qualcuno deve tentare.
Coetanee, ci siamo spesso sfiorate e incontrate a distanza, riconoscendo una sintonia forte di intenti, comportamenti, passione civile.
In queste ore mi sono chiesta ed ho chiesto in giro come definirla con poche parole, perché volevo mettere in questo breve ricordo un qualcosa di più corale. Tra le lacrime Renzo ha usato il trittico passione-pulizia-impegno; Irene di getto ha detto: grazia, simpatia, leggerezza. Una lottatrice combattente, l’ha definita Mimmola; anche nell’affrontare la malattia e il dolore. Mia cognata ha scritto “elegante”, che vuol dire elegante nel pensiero, nel comportamento, nell’autonomia. Maurizio ha ricordato che con lei si rideva molto perché era spiritosa, ironica, soprattutto autoironica, qualità rarissima, semplice, insomma, una che non se la tirava. So che Beppe Servillo ha detto: modello raro di autonomia femminile. Condivido.
So anche che non amava essere definita una donna forte. La capisco.
Per parte mia, mi rimarrà dentro come donna autenticamente coraggiosa, se per coraggio non si intende non provare paura, ma saper governare le proprie fragilità, le proprie paure, per farne forza, consapevolezza collettiva e potenzialmente contagiosa.
Per tutte queste ragioni, Mariangela Melato, antidiva, regina del palcoscenico, anticonformista per autenticità e non per moda, appassionata cittadina italiana, ci mancherai.
Ciao Mariangela
da: Huffington post
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