Il politico ritrovato!
Azzannati alla giugulare dall’attuale classe politica, questo è il pensiero comune evocato dal docfilm che Vendemmiati ha dedicato a ricostruire la vicenda pubblica e privata di Pietro Ingrao
per un pubblico che testimoniava, nella composizione anagrafica, la popolarità trasversale di Ingrao: in platea una classe del Tasso, personalità del cinema del giornalismo della letteratura dello spettacolo dell’impegno politico e civile di oggi e dell’altro ieri.
Vengono da lontano gli Ingrao, dalla perifericissima Lenola che, magari “da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude”, ma è leopardianamente l’habitat giusto per “pensar l’eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei”.
Certo ad averne l’inclinazione sentimentale, l’attitudine mentale, l’educazione familiare, la coerenza morale, quelle degli Ingrao, Pietro e Giulia, entrambi protagonisti, nella differenza e complementarietà dei loro ruoli, del film di Vendemmiati, proiettato ieri all’Eliseo, in una matinée voluta dai membri dell’ Associazione Amore e Psiche, scasati a forza dalla loro immaginifica sede, clerici vagantes, come ha detto nella presentazione, Maria Pia Albrizio, con fede superstiziosa nell’ impegno culturale, aggiungiamo noi.
Il film dedicato a Stefano Tassinari, il grande intellettuale scomparso nel maggio di quest’anno, assume da subito le modalità comunicative del Protagonista: entra senza intermediazione nella sua casa e raccoglie, con un forte primo piano, che, senza nascondere il fatale lavorio del tempo, testimonia della freschezza intellettuale del personaggio.
Ingrao per tutto il tempo del filmato regala allo spettatore ricordi vividi suffragati da puntuali documentari d’epoca, proposti da Vendemmiati; inequivocabili giudizi sottratti alla mistica dell’ideologia; battute incalzanti e piene di umorismo, aperte a nuove esperienze, purchè non si discostino da quei fondamenti di etica che ne hanno definito senza scorciatoie la vita.
Vedere per credere il doc proposto da Filippo Vendemmiati, che testimonia inequivocabilmente la totale entusiastica condivisione, che l’assemblea dell’EUR esprimeva: tutti in piedi non per hollywoodiane suggestioni, ma per quel messaggio che recitava ” La speranza che la politica è di tutti non la lasceremo morire”. Sorriso riconoscente, applauso infinito a fronte del gelido atteggiamento, improntato a feticizzata ideologia, della dirigenza, che di lì a poco infatti lo avrebbe espulso dal partito.
Straordinariamente spontaneo e commosso il ricordo di chi è stato chiamato sul palco a commentare il personaggio dal coordinatore dell’evento David Armando .
Particolarmente intenso e divertente Andrea Satta, compositore e cantante della riuscitissima colonna sonora del film, nel rievocare l’incontro e la frequentazione con Ingrao, improntata ad una gioiosa partecipazione al progetto cinematografico.
Ne è nato, da questo asimmetrico sodalizio tra un centenario protagonista e un gruppo di giovani musicisti impegnati i TÊTES DE BOIS, un inedito inno singhiozzato:
“Avanti pòp a la riscò Bandiera rò……………”
Un singhiozzo o il gorgoglio della risata sessantottina? quella che seppellirà i dogmi dell’ideologia feticizzata, come non ha smesso di chiedere il ragazzino Ingrao che voleva la luna?
Voleva essere un poeta, lo è stato.