L’abbandono scolastico non turba minimamente la crescita culturale di Akbar, ricordato dai contemporanei come raffinato esteta, mecenate, costruttore di città, templi, giardini, stratega, poeta, atleta, cacciatore, musicista, financo meccanico, come ci raccontano i magnifici fogli miniati con fine naturalismo indiano, provenienti dal British Museum e dal Victoria and Albert Museum di Londra.
Incoronato nel 1555 col titolo di Shahanshah semplicemente Re dei re.
Sebbene islamico, sposa una Indu, frequenta l’intellighenzia del tempo senza distinzioni religiose, ivi compresi i Gesuiti di provenienza portoghese e italiana, in un clima di grande tolleranza, promuovendo proficui scambi culturali panreligiosi, che avvenivano con cadenza settimanale nelle sue innumerevoli residenze, al Giovedì.
Liberale, qualche volta spietato ( 30000 teste tagliate e sparse sul territorio per rimettere in riga un nemico).
Qualche volta ironico, come quando mandò a La Mecca il consigliere ribelle.
Tutto questo e molto altro emerge dai documenti giunti da tutto il mondo a testimoniare la grande libertà interiore del personaggio e lo splendore delle arti e della tecnica del suo tempo.
http://www.fondazioneromamuseo.it/it/840.html