Sguardo intenso, mocassini stravissuti, deliziosa figlia al seguito apparentemente fuggita dalle Meninas di Velazquez, Sandro Veronesi ha fatto della figura dell’esitante e dell’arte ambigua e sottile del (non) voltarsi, l’oggetto del suo intervento, nell’ambito dell’iniziativa Lezioni d’amore promosse da Nottempo.
Gran narratore, senza voler rivaleggiare col fratello Giovanni massimo esperto di Manuali d’amore, ha dato all’esitazione consistenza di entità letteraria, cogliendone le mille valenze in una chiaccherata avvincente, che ha sedotto il pubblico del Tor di Nona, per due ore, in una settembrinissima serata romana, mentre fuori impazzava l’orgiastica orrenda saga di Regionopoli.
Attraverso il filtro di amati personaggi letterari, cinture nere di (in)decisionismo, primo fra tutti il tredicenne di Forever Overhead, contemplato sull’orlo del trampolino di una piscina pubblica con inarrivabile sensibilità da DFW, ha virtuosisticamente evocato i particolari mentali che presiedono le scelte comportamentali in presenza dell’attimo fuggente ove tutto può accadere o no.
Accogliendo l’ invito a prendere le distanze dall’amore come patologia e/o come strategia, è stato facile e divertente da parte dei presenti rivivere eccessive e ridondanti titubanze, scellerati immotivati cedimenti, letterari e no, provati di tanto in tanto, indifferentemente, davanti a profondità d’animo o inserzioni siliconiche.
Intanto in platea il Romanzo, seduto in secondo fila, in veste di bella donna, raccontava che, folgorata a 16 anni da Gli sfiorati di Veronesi, sottrasse artatamente, succube di un irrefrenabile istinto predatorio, il volume dalla Biblioteca di Modena.
20 anni dopo, oggi, lo conserva ancora, feticcio letterario di inaudita forza, capace di farla saltare all’alba su un treno da una delle regioni più periferiche e impervie del Bel Paese, per venire a Roma ad incontrare l’Autore, nell’ambito dell’iniziativa in corso al teatro Tor di Nona.
Inutile dire che fremiti di curiosità, solidale simpatia, immancabili riflessioni etico-filosofiche-letterarie, sprezzo di atteggiamenti autopunitivi, elogio della perseveranza, incredulità postfemminista e molto altro ancora hanno fatto entrare d’autorità la protagonista della vicenda nell’appassionante casistica della categoria Esitazione di cui sopra.
Potenza del verbo: tutti, uscendo dal Teatro, con una consapevolezza in più sull’implicazione del voltarsi o meno…..a salutare il vicino, come non è sfuggito all’attento ironico sguardo di Riondino.
Per i prossimi appuntamenti vedi
http://www.edizioninottetempo.it/notizie/lezioni-damore-2/