14 giugno – 30 settembre
Palazzo Taverna
Roma
Adelita Husni-Bey, fresca di master in Sociology and Urban Cultures alla Goldsmiths University, London, con la forza della semplicità e del pensiero creativo, rende tangibilmente esplicito il potere detonante del libro.
Ne esalta la forza eversiva-comunicativa e, prendendo le mosse dai sacri testi sul capitalismo di George Bataille, David Cooper, Dario Fo, Hans Henzersberg, Frantz Fanon… , fa suo lo sberleffo colto dei Book Block di strada e, come loro, li trasforma da oggetti teorici ad oggetti di “d’istruzione”.
L’impulso a storicizzare politically correct porta Adelita Husni-Bey a nascondere, all’interno di alcuni testi, le sue tavole, disegnate ad inchiostro su carta lucida, per materializzare il concetto espresso nella pagina, tramutandolo in immagine di icastica immediatezza.
” Nessuno è più schiavo di chi erroneamente crede di essere libero”
Chiunque sfoglierà, nella quiete della Biblioteca di Palazzo Taverna, per esempio La crisi della civiltà di Johan Huizinga, potrà trovarsi all’improvviso davanti al lucido di Adelita, in gotica trasparenza, a traghettare il lettore da una sfera privata ad una pubblica.
Così per gli altri 9 testi, su cui l’Artista italo-libica, è intervenuta, ad esaltare, in felice contemporaneità, la forza concettuale del pensiero e dell’azione.
Quasi fumetti in luogo non deputato.
“Un giorno il povero non avrà altro da mangiare se non che il ricco”
L’esposizione, curator Marcello Smarrelli, sostenuta da Civita e Fondazione Cerere, fa parte degli Incontri Internazionali d’Arte Il Cielo, omaggio a Graziella Lonardi Buontempo, indimenticata promotrice d’arte.
Adelita Husni-Bey, vincitrice di numerosi premi internazionali, manifesta il suo impegno artistico in attività connotate da forti interessi sociali.
Attualmente è impegnata a creare l’archivio di una cooperativa sociale rasa al suolo per i lavori degli Olimpycs Games 2012 di Londra.