Misoginie, maltrattamenti, violenze fisiche, psicologiche, sessuali, educative, discriminazioni sul lavoro, ingiustizie economiche, patrimoniali, prevaricazioni familiari, comunitarie, istituzionali….. chiamiamole col loro nome: reati di feminicidio.
Chiamiamoli con questo brutto nome che gronda sudore, sangue, ansia, animalità.
Chiamiamoli come dal 2007 li chiamano in Messico, Guatemala, Costa Rica, Venezuela, Cile, El Salvador e, più recentemente, in Perù e Argentina.
Sembra grottescamente superficiale il gran dibattito attorno al neologismo che sta impegnando, tra le altre, Isabella Bossi Fedrigotti e Barbara Spinelli, mentre in America Latina, dal 2007, grazie a Marcela Lagarde, femminista, accademica, parlamentare, il reato di Feminicidio è stato introdotto nel Codice Penale Federale.
Le femministe ottennero il riconoscimento del reato in Messico e Guatemala, su pressione del CEDAW ( Convenzione ONU per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne), e, a seguire, in Costa Rica, Venezuela, Cile, El Salvador e, più recentemente, in Perù e Argentina.
E’ vero il termine è cacofonico, rimanda all’animalità, ma impone ineludibile attenzione al nodo del problema.
Che, come scrive Marcela Lagarde, si configura in questi termini : «La forma estrema di violenza di genere contro le donne, prodotto della violazione dei suoi diritti umani in ambito pubblico e privato, che comportano l’impunità delle condotte poste in essere tanto a livello sociale quanto dallo Stato e che, ponendo la donna in una posizione indifesa e di rischio, possono culminare con l’uccisione o il tentativo di uccisione della donna stessa, o in altre forme di morte violenta di donne e bambine: suicidi, incidenti, morti o sofferenze fisiche e psichiche comunque evitabili, dovute all’insicurezza, al disinteresse delle Istituzioni e alla esclusione dallo sviluppo e dalla democrazia» .
SNOQ, con grinta e incessanti iniziative, tiene viva attenzione e mobilitazione sul problema.
http://www.senonoraquando.eu/
Leggi Barbara Spinelli
http://www.senonoraquando.eu/?p=9990
Cristina Comencini
One thought on “Chiamiamoli come si meritano: reati di Feminicidio.”
Seguo leggendo di donne uccise e, contraria alla parola come lo sono per il termine genero, solo mi viene da dire che l’importante e`fermare questo massacro e poi…. lavoreremo per la parola. Quando anno ucciso una bellissima, giovane, compromessa, allegra antropologa (Emilia) ho avuto un flash: Le donne devono stare silenziose, chiuse a casa o nei bordelli e solo uscire quando il padre padrone lo permette. Se esci dalla regola verrai eliminata. Cosi di semplice e senza tanti girigori mentali. Qui (guatemala) si applica in molti luoghi la giustizia diretta: niente arresti, niente processi solo 4 vecchie gomme di auto, un poco di benzina ed un cerino… giustizia è fatta. Sicuri che è fatta? (Gli esecuori o, meglio, coloro che hanno fatto morire Emilia, cosi sono stati giustiziati) Pero è questa la giustizia? Fermare i colpevoli, comprendere i motivi, procedere alla giusta punizione e intervenire nelle società per cambiare i valori. Lavoro duro, lungo, difficile pero l’unico che darà frutti. Per la filologia abbiamo tempo.