Ovvero come farsi sequestrare la propria macchina con l’accusa di furto a se’ medesimo.
Procediamo con ordine nel (dis)ordine burocratico imperante.
Al mio cortese ospite, due anni e mezzo fa, fu rubata la macchina, ritrovata dopo pochi giorni spogliata, more solito, dello spogliabile.
Bene, espletata regolare pratica di ritrovamento ad ufficio competente, arrivederci e grazie.
L’altro giorno, al termine di un giro turistico a mio beneficio, mentre, saliti in macchina, ci apprestavamo a lasciare uno dei punti piu’ panoramici di Ciudad de Guate, impegnati in conversazioni similturistiche sullo stile coloniale blablabla, un agguerrito manipolo di 3 poliziotti, armi in pugno, sollecitava la discesa della compagnia dal carro , la consegna della macchina e, va da se’, la brusca interruzione di qualsiasi ciancia turistica, giacche’ la macchina ( in idioma locale carro) risultava rubata, come da incontrovertibile segnalazione di videocamera high teach.
Con il sangue freddo di chi conosce bene il milieu, il mio ospite presentava documenti di proprieta’della macchina, attestati di pagamento delle tasse automobilistiche, declinava sue generalita’ di stimato professionista…. la paggella della prima elementare, la bolletta del gas, l’abbonamento telefonico….
Niente da fare, mancava la denuncia del ritrovamento del carro.
Afflitta da un sentimento diffuso di impotenza, la turistica compagnia si abbandonava cosi’ sul sagrato della panoramica chiesa e avviava una transazione che, al termine di concitate telefonate del capopoliziotto, strappava la concessione ad accompagnare sotto scorta il “ladro” nella sua dimora alla ricerca del documento, che gli restituisse dignita’ di cittadino onesto e soprattutto gli facesse scampare il rischio di 2 mesi di sequestro macchina e vandalizzazione della medesima.
Occchey !!!
Sollecitato intervento altra pattuglia a presidiare carro semisequestrato, si va alla ricerca della mancante cartuccella.
Tutto questo mentre in citta’ frotte di borseggiatori di tutte le eta’, trafficanti di tutto cio’ che vi viene in mente operavano indisturbati con la nota solerzia e perizia.
Va detto che la lunga transazione aveva intanto creato tra guardie e ladri una qualche forma di colloquiale confidenza, tanto vale che volentieri le signore del gruppo, su loro richiesta, furono (ri)lasciate al mercato per shopping .
Alla fine di una ricerca affannosa ed infruttuosa, con debita pausa pranzo in compagnia dei poliziotti, il documento salto’ fuori, ormai fuori orario per l’esibizione all’ufficio competente.
Ma, shakespearianamente, tutto bene quel che finisce bene: il giorno dopo , nel giro di non piu’ di 6 comode ore, in uffici di inquietanti memorie, la pratica era felicemente conclusa.
Eccheccevvohhh ??!!!! si dice in altre latitudini.
2 thoughts on “Storia di ordinario sadismo burocratico con lieto fine (non scontato) in Guate City”
Eccheccevvohhh??? Contenta di avere rivissuto un po’ di patria follia? Sentivi la nostalgia, no?
Solo che qui non si limitano ad ignorare “borseggiatori di tutte le eta’, trafficanti di tutto cio’ che vi viene in mente” ma anche ben più altolocati truffaldini… O forse pure lì?
Ehhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!
kttelodicoaffaaa.