Aiuta aver letto il Galimberti de I miti del nostro tempo, e anche un pò di Roland Barthes, e Sartre ( là dove annota che l’indumento produce la persona), prima di mettersi sotto lo sguardo indolente e insolente di Natalia Vodianova and company.
Aiuta anche, e non poco, aver col tempo, raggranellato un pò di autostima ( poca) e molta autoironia (quanto basta).
Comunque le Strabelle, ospitate nello scenario sontuoso di palazzo Ruspoli, ritratte dal giustamente celebratissimo mago Testino, giovanissime truccatissime, addirittura ritoccate al photoshop, appaiono blindate nella loro dimensione di irraggiungibili icone, talmente lontane dalla quotidianità da non suscitar fremiti, neanche quando rappresentate nella loro trionfante nudità.
Todo o Nada, vestite con quanto di più teatrale mente umana possa concepire, o svestite, colte in improbabile intimità, scandagliata da mezzi fotografici analogici e tecnologia digitale, i corpi delle Strabelle appaiono come oggetti, aliene nella loro bellezza perfetta ma stereotipata, manichini allestiti pour épater les bourgeois.
Esattamente il contrario di quanto accade quando capita (capita! ) di incontrarle spettinate, dimesse, a pranzo in un pub con i loro bambini, come Natalia Vodianova, allora sì, sfolgoranti nella loro straordinaria umanissima bellezza senza manipolazioni e/o teatralizzazioni.
Sartre Critica della ragione dialettica
Barthes mytologies
Galimberti I miti del nostro tempo
http://books.google.it/books?id=UUVCjZZGU0sC&printsec=frontcover&dq=galimberti+i+miti+del+nostro+tempo&hl=it&ei=SmX9To3DDImBOs717b0B&sa=X&oi=book_result&ct=book-thumbnail&resnum=1&ved=0CEEQ6wEwAA#v=onepage&q=galimberti%20i%20miti%20del%20nostro%20tempo&f=false