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Sergio Favotto e i suoi angeli. Basilica di S. Andrea della Valle – Roma

2011/11/10 - Mostre di: MG Colombo

Uscendo dallo scomposto bagno di folla di Campo di Fiori, ieri sera decido di fare una sosta davanti ai Domenichino di S. Andrea della Valle, avvolti nella penombra della grande Chiesa, altrimenti illuminata a giorno, nel transetto destro della Basilica, ove in quel preciso istante, il pittore Sergio Favotto dichiarava concluso il lavoro commissionatogli, indicandoci come i primi spettatori.

Bello, no?

Non sembri poco in una Roma, che poco distante ci aveva visto spettatori di cartacce per terra, disordine incontrollato del traffico, andirivieni fini a se stessi dei numerosi politici del vicino Palazzo in una giornata ad alta drammaticità economica-istituzionale….

Si tratta di quattro grandi tele che narrano, in continuità sentimentale e stilistica con le opere già presenti nella Basilica, le storie di S. Andrea Avellino.

Colori caldi e vividi, impianto classico, dichiarata adesione sentimentale agli eventi narrati, monumentalità dell’impianto…una ragione di più per una sosta nella famosa Chiesa, alla ricerca benaugurante della favola bella delle 15 pesche miracolose, che ricrescevano già mature il giorno dopo essere state colte.

L’Artista, giustamente orgoglioso, in una dimensione ancora cantieristica tra alcune maestranze e i flash dei committenti, si è fermato a sottolineare i tratti salienti del suo lavoro, che rimandano, con un attento lungo studio ed un’accurata sperimentazione, all’iconografia presente nell’abside.

Succede anche questo a Roma, davvero non è poco mentre, tra l’incredulo sgomento, lo spread corre non si sa dove.

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One thought on “Sergio Favotto e i suoi angeli. Basilica di S. Andrea della Valle – Roma

Sergio Favotto

Gent. dott. Colombo, consigliato da amici, mi sono permesso di rilanciare la sua bella lettera a tutti i miei amici-estimatori (parecchie centinaia) ricevendo consenso e commenti. Per quanto riguarda la natura necessariamente dubitativa sul mio intervento, credo che le autorità del Polo Museale vogliano in qualche modo ovviare con un compromesso al rigido principio che proibisce gli interventi nei siti “STORICI” (principio dettato da Cesare Brandi). Quanto allo stile prescelto ho cercato di riferimi “genericamente” al manierismo romano ed emiliano-romagnolo. Grazie. Favotto

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