8 ottobre 2011- 29 gennaio 2012
Complesso del Vittoriano
Roma
Trent’anni per trovare la sua cifra di artista , passando per stili e tecniche nei quali la sperimentazione resta tale senza mai arrivare a significativi esiti artistici ( tremenda la fase del puntinismo, per non parlare di quella cubista).
Finalmente Pieter Cornelis Mondriaan, sciacquati i panni nella Senna, si sbarazza di vocali, nomi e modelli di troppo e diviene essenziale nel nome e nell’arte.
Abbandonati nell’ordine panni stesi in realistico disordine al vento lungo i canali olandesi, fanciulle colte in floreale metamorfosi, come da complesso manifesto ed elaborazione concettuale, esposta sulla rivista De Stijl, Mondrian, costruisce la poetica e la tecnica per le quale è giustamente famoso.
Molto deludente comunque vedere da vicino la pennellata dei quadri “a griglia”, l’imperfezione della stesura del colore, l’imprecisione della perpendicolarità delle linee, in conflitto con l’assunto concettuale del Padre del design pubblicitario e della dichiarata ricerca della perfezione.