Festival del Cinema di Roma.
Toccherà assuefarsi agli orribili occhialetti.
Dico le vistose pesanti protesi, che sole, per ora, consentono la magica immersione nel mondo del 3D.
Massimo se il mondo nel quale si va ad immergersi non è la fantomatica foresta di Avatar ma quello delle ineffabili squisite atmosfere evocate dal Tanztheater.
Profondamente spirituale ma anche finemente sensuale, la danza della Bausch arriva al folto pubblico del Festival del Cinema di Roma e lo incanta grazie alla sofisticata tecnologia del 3D.
Spiega Wenders, con commossa memoria, che il film era fortemente voluto fin dal 1985, quando, per misteriose quanto fortunate congiunzioni astrali, assistette a Venezia, allo spettacolo “Cafè Muller”, che lo innamorò per sempre della Bausch.
Solo l’utilizzo della tridimensionalità ha consentito la realizzazione del progetto a lungo studiato.
Eccellente il risultato, con la sola amarezza della scomparsa dell’Artista, proprio due giorni prima dell’inizio delle riprese del film, nell’Estate del 2009.
Banale dirlo ma la presenza più viva tangibile ed amata, ieri sera nella sala S.Cecilia, era proprio quella della straordinaria fascinosa Bausch.