Felicemente aderente al chronicle play shakespeariano, La resistibile ascesa di Arturo Ui di Brecht arriva all’Argentina nella straordinaria interpretazione di Umberto Orsini e di una compagnia di giovani veramente in stato di grazia, in grado di fornire all’opera brechtiana la vitalità del gioco circense, la mordacità satirica del testo , in equilibrio tra burlesque e grotesque.
Il regista C. Longhi trasferisce la vicenda da Berlino a Chicago, a sottolineare il persistere sotto i cieli della corruzione del potere, e mette in scena le malefatte del gangster Arturo Ui, satirico “alias” di Adolf Hitler, che si arricchisce con il commercio di cavolfiori, metafora salace di sgangherate fortune commerciali, cui si sacrifica tutto in nome del profitto.
La rocambolesca sequela degli episodi, caustica e spietata, infila con accenti di epica pop tutte le maschere del nostro passato e fa l’occchiolino a contemporanee ingombranti presenze.
Non inganni il piglio ridanciano, le porte della riflessione si spalancano efficacemente contro la tendenza a vivere in modo acritico .