Un momento di quiete costruttiva, nella tempesta di squallidi urlati eventi di questi giorni, la serata inaugurale della rassegna Libricome, affidata all’insuperabile garbo di Marino Sinibaldi e al colto minimalismo di Magris.
Già lettore a cinque anni, lo Scrittore ha ripercorso le tappe della sua formazione culturale con aneddoti illuminanti legati alla sua esperienza di studioso e testimone di snodi cruciali della nostra storia.
Sulla caduta dell’impero asburgico e su quel mondo in disfacimento, Claudio Magris, laureando a Torino , svelando un’attenzione forte, mai più abbandonata per la complessa contemporaneità di popoli e territori, imposta la sua tesi, Il mito asburgico nella letteratura austriaca moderna.
In poco più di un’ora è venuto fuori il precoce lettore, il triestino felicemente immerso nel mosaico mitteleuropeo, l’appasssionato osservatore capace di cogliere anche in una voce registrata su una segreteria telefonica uno spunto creativo, l’instancabile viaggiatore di Danubio, il grande saggista di Microcosmi, che ancora ama scrivere al tavolo di un bar perchè “ama il brusio della gente” ….lui.
Motivo per cui predilige le librerie alle biblioteche, che, nella sua esperienza, pur nella loro insostituibile funzione, appaiono contenitori freddi asettici troppo silenziosi.
“Forse non conosce quelle romane..” suggerisce sornione Sinibaldi, strappando sorrisi complici in platea.
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