Giocasta abita nel Quebec.
Come lei anche Nawal Marwan, abbandona il figlio appena nato su una montagna, ma il Caos che ci governa stabilisce altro.
Non vale aver letto Sofocle per proteggersi dall’ondata emotiva che la vicenda scatena.
Tutto comincia in un’ affollata piscina, dove Nawal all’improvviso, sotto gli occhi sbigottiti e disperati della figlia, perde fiato e parola.
Lo stesso toccherà agli spettatori, nel volgere del dramma che spacca cuore e cervello, in un crescendo di rivelazioni sconvolgenti, che hanno l’andamento di un perverso algido teorema.
Sullo sfondo la tragedia dei territori occupati, il non senso della guerra del Libano, l’ombra lunga degli eccidi di Sabra e Chatila.
Straordinaria la fotografia, intensa la recitazione, imperdonabile la follia umana.