“La vita è una favola narrata da uno sciocco, piena di strepiti e di furore ma senza significato”.
Shakespeare naturalmente. Allen naturalmente.
Quel piacevole misantropo a nome Woody ci racconta ancora una volta l’ illusoria corsa a fermare il tempo, con tatticismi ingenuamente disperati e peraltro sempre perdenti, volti a trovare una via di fuga dalla solitudine, dall’insoddisfazione, che tallona vecchi e giovani, alta borghesia intellettuale, ruspanti giovani strafiche….
Impossibile per il genere umano elisabettiano o hollywoodiano cambiare sogni e bisogni.
I personaggi sono i soliti, le atmosfere inconfondibili sempre quelle, come pure le gallerie d’arte, la panchina nel parco, i sontuosi appartamenti sul Tamigi, locations cristallizzate della sua narrazione.
Persino la scelta musicale ci fa riconoscere ad occhi chiusi l’Autore.
Ripetitivo?
Behhh…non sarà oggetto di cult.