Umberto Galimberti, I miti del nostro tempo, Milano, Feltrinelli, 2009
Biblioteca Sarti
P.zza dell’Accademia di S. Luca, 77
Come era ampiamente prevedibile l’incontro è stato assai interessante, una dieta per l’anima.
Anche se, da ex-sessantottina allo sbando, continuo a sognare l’impossibile e il Galimbertone , piuttosto che lì, avrei preferito saperlo occupato a presiedere un Ministero, fosse quello delle Pari Opportunità, dell’Istruzione ..
Glielo ho detto e, a me, a Betty e a Grazia, ha risposto che effettivamente la Carfagna l’ha interpellato……. vvvvà a sapè…
In effetti, chi meglio potrebbe educarci al relativismo culturale, svelarci l’inganno della sacralità della guerra , la fenomenologia della vecchiaia piuttosto che quella del leader, gli incerti confini tra norma e devianza, la dualità agonistica dei sessi, le insidie internettiane, la cultura dell’isolamento che può portarci all’infanticidio?…..
Tutti argomenti trattati nel saggio che ho molto apprezzato , anche se la barchetta del mio entusiasmo si è spesso incagliata nei giganteschi problemi proposti e spesso si è arenata nelle secche del dubbio.
Leggere è un esercizio arduo massimo se ad ogni pag. sono in agguato Socrate Nietzsche Kierkegaard Baudrillard e compagnia alto-pensante.
Non saprei dire se sono un’integrata o un’apocalittica, mi butto un pò di qua un pò di là…
Forse sono, per dirla con Anders ” antropologicamente antiquata” …
Peggio mi sento.
Insomma, per occupare una posizione inedita, sono in crisi e il pool di cervelli che ci governa non mi aiuta.
Rozzamente mi chiedo : per una che non ha più lo scatto della centometrista,
k è assillata dai compromessi quotidiani,
dall’anarchia del mercato,
dai miti che, per quanto analizzati e vivisezionati, LI’ STANNO
( quella Kate Moss in copertina…………..),
quale efficacia, non solo teoretica, può avere la filosofia , per salvarci dai grandifratelli, dagli psicopatici di successo,
dai vertiginosi mutamenti colmi di nuove speranze di civiltà e di nuove inaudite barbarie?