Milano è una selva oscura, libro molto impegnativo, troppo per me in questo momento. L’uso, o meglio, l’abuso del dialetto, che è anche la sua maggiore caratteristica, è per me penalizzante. Almeno il 50% dello scritto è in milanese, dialetto che non conosco, e quindi il 50% di quanto leggo non lo capisco. Che dire a questo punto?
Intuisco che sia un libro interessante, certe riflessioni, certi pensieri sono da ricordare, ma non me lo sto godendo e trovo ogni scusa per interrompere la lettura.
3 thoughts on “Milano è una selva oscura”
Proporre un romanzo scritto in dialetto milanese a un pubblico romano lo trovo alquanto bizzarro…
Lisa
Sicuramente il libro merita, il protagonista è senza tempo e anche io mi sono meravigliata quando ho capito che si parlava del ’69, sembrava una situazione attualissima.
L’unica cosa che mi affatica è il dialetto milanese che non conosco, essendo per nonno paterno di origine terrona! Scherzi a parte, merita di entrare tra i finalisti.
Lisa
Simonetta, anche a me piace condividere con le persone che mi piacciono, quindi con te e con le altre amiche, ma non siamo mica “di nicchia” noi della Flaminia?
Rachele