A me sembra un tentativo, ognuno giudichi se riuscito o meno, di parlare degli anni ’80, anni dell’ effimero e dell’evasione, metafora di un’eterna adolescenza di cui oggi siamo purtroppo particolarmente afflitti. La generazione dei quarantenni italiani di oggi, che infatti neanche riesce ad arrivare al potere politico, cosa che in Inghilterra e in Germania e negli Stati Uniti è prassi normalissima. L’eterna adolescenza dunque, provocata dalla corsa al rampantismo tipica degli anni ’80, dove da rincorrere era solo il dio denaro e il divertimento allo stato puro (e oggi nel 2010 non è ancora la stessa storia?) e da evitare tutte le responsabilità…
Ecco, io l’ho vista così… Tanto più che alla fine il protagonista è solo un fallito davanti all’amico distrutto ma che almeno è riuscito a disintossicarsi